I PRIMI PASSI DOPO LA DECISIONE DI INVESTIRE NEGLI STATI UNITI



 

Quando succede che la decisione di trasferirsi all’estero si palesa ed appare in tutta la sua importanza,  ci si trova un attimo spiazzati. Da una parte la molla è scattata e ci spinge decisamente verso questa strada, nello stesso momento si profilano all’orizzonte una miriade di pensieri, concetti e problemi che vanno affrontati. Naturalmente si parla di piccoli e medi imprenditori, quindi persone che devono costruire un qualcosa di nuovo da zero. Le aziende più strutturate naturalmente seguono strade più certe, magari aprendo filiali della propria compagnia, quindi con una strada già in parte disegnata. Molto spesso infatti succede che l’investitore non necessariamente vada a replicare la sua attività, ma spesso succede che si lanci in altri settori, e magari in un secondo tempo sviluppi anche l’attività che svolgeva in Italia. Per questo motivo parleremo della creazione di un lavoro completamente nuovo.  Un po’ di confusione regna certamente nella testa dell’imprenditore e non è sempre facile inquadrare il problema in uno schema preciso e chiaro. Vanno messi a posto tanti tasselli, tante tessere, perché in realtà si va ad affrontare un mondo completamente nuovo ancorché molto stimolante. La sfida è grande cosi come sono grandi gli obbiettivi che la rappresentano.

Quali sono i primi steps che si devono considerare? Le prime indagini che si devono attuare? Che quadro generale dobbiamo preparare per non andare a tentativi?  Cerchiamo di mettere un po’ di ordine fissando dei punti. I primi tre, fondamentali, sono:

-          L’IDEA

-          IL BUDGET

-          LA ZONA

L’IDEA.

E’ ovvio ed importante che ci si concentri innanzi tutto sul tipo di business che vogliamo sviluppare.  Dato che molto più spesso di quel che si pensi, succede di volersi cimentare anche in campi non propri come detto sopra, e dato che spesso gli italiani hanno le basi e le conoscenze per agire in determinati campi, in particolare il FOOD, qui si deve fare un progetto, un concept che possa risultare interessante e vincente. Esempi molto utilizzati sono le gelaterie, i ristoranti, la pasta fresca, le caffetterie, bar e via così. Questo presuppone una conoscenza di base dell’attività, che può essere già esistente  ma anche preparata con corsi, con partecipazione a eventi o anche formandosi presso qualche attività in Italia. E’ naturalmente una scelta molto personale, ma sicuramente una buona idea. Quindi focalizzazione sull’idea ed il progetto, su come presentarlo, su come strutturare il lavoro, come si immagina la crescita che vogliamo ottenere nel tempo.  Stabilita l’idea ed il progetto, dobbiamo concentrarci su quello che è il mattone più importante e talvolta ostico, il BUDGET.

BUDGET.

Questo punto è molto variabile, è molto personale, ed è la difficoltà più grande per molti imprenditori. Quanto dobbiamo investire? Ci sono dei parametri di base dai quali si deve partire, e sono quelli legati al VISTO  che dobbiamo richiedere all’Ufficio di Immigrazione degli Stati Uniti, il VISTO E2. Per ora ci limitiamo a mettere in luce le caratteristiche economiche di budget per l’E2, ossia la quantità di denaro. Tutto il resto del visto sarà spiegato in un altro articolo.  Questo visto nella sua descrizione, in effetti non dà un limite minimo di investimento, ma negli ultimi anni si sono determinate delle soglie sotto le quali è sconsigliato andare. A conferma di ciò molti avvocati di immigrazione non lavorano pratiche al di sotto di tali cifre. Quali sono queste cifre? Diciamo che si considerano accettabili investimenti che vadano dagli 80/100.000 $ in su. Questo perché i cardini del visto sono le seguenti : “ l’investimento deve essere REALE E SOSTANZIALE.  Cosa significa? REALE perché il capitale deve essere speso tutto o quasi prima di richiedere il visto, SOSTANZIALE perché deve essere utile all’economia degli Stati Uniti e quindi non deve essere MARGINALE.  Il concetto di sostanzialità riguarda quindi la crescita dell’azienda, che deve presupporre nel tempo assunzioni di personale americano, crescita del fatturato, scambi commerciali sempre in aumento e tutto quello che concerne quindi l’economia degli Stati Uniti. Non deve in pratica servire a mantenere solo se stessi ed i famigliari. Per questo quindi una società che capitalizza meno di queste cifre, o ha un’idea davvero incredibile e che porta a crescite notevoli, oppure non è vista benissimo dall’ Immigrazione. Da questo punto quindi dobbiamo fissare un budget che più alto sarà più sarà sicuro, anche se di sicuro non c’è mai nulla. Dovremo quindi mettere insieme un capitale che sia congruo con queste riflessioni e soprattutto che sia congruo all’attività che dobbiamo aprire.  Come vedremo in altri articoli, possiamo creare un’attività da zero oppure rilevarne una esistente, che possiamo continuare o anche modificare nel tempo a nostra immagine e progettualità. Vedremo anche i pro ed i contro delle due soluzioni.

Fissato quindi anche il budget, insieme all’idea imprenditoriale, dobbiamo fare la scelta giusta su dove eseguire il lavoro, ossia la ZONA.

ZONA.

Questa è una decisione molto importante, direi vitale.  Quel che succede molto spesso, è che oltre ai ragionamenti legati ai numeri ed al business, si innesti una parte emozionale piuttosto forte.  Giustamente quando si pensa ad un posto dove si deve andare e trasferirsi non si focalizza solo il lavoro, ma anche una serie di fatti personali ed emozionali che riguardano la sfera privata. In effetti si va a lavorare ma anche a vivere ed integrarsi a livello personale in un determinato posto.  Se questo ragionamento ha un senso logico direi importante, non dobbiamo farci trasportare troppo dalla parte emozionale. Ci possono essere zone dell’immaginario che abbiamo molto belle, ma magari sono più complicate dal punto di vista business, come esistono magari zone che stimolano poco l’immaginario ma sono eccellenti per fare impresa. Aver viaggiato facilita un po’ le cose, anche se da turista è una cosa da cittadino integrato è un’altra. Succede anche che ci siano imprenditori che vagliano tutto da lontano, addirittura acquistino un’attività e vadano in Usa a visto ottenuto. Insomma c’è una costellazione di possibilità, più o meno coraggiose, che ci si parano davanti.  Una zona interessante può avere diverse sfaccettature, sia di vita, sia di Stato, sia di costi, sia di mercato, sia di regole e tanto altro . Affronteremo prossimamente questi problemi.  Per concludere questo articolo, diciamo che al momento che abbiamo fissato questi tre punti di base, siamo sulla buona strada, anche se resta ancora molto da fare.

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