APPROFONDIMENTO E CONSIDERAZIONI SUI TRE PUNTI DI PARTENZA: LA TRIADE MAGICA DELLA DECISIONE.

 

Voglio entrare, avendo moltissimi contatti che mi scrivono e mi chiamano, nel merito delle tre valutazioni principali che abbiamo descritto nei precedenti articoli, e che portano alla decisione di investire in Usa. Mi piace chiamarla  la TRIADE MAGICA, perché se a monte di tutto esiste una vera idea di cambiamento e quindi di azione, il ragionamento che ne consegue approfondendo questa triade è quello che ci potrà far decidere o meno di fare la prima mossa e di rendere reale la nostra idea. In pratica è il pulsante che se schiacciato ci porta a muoverci.

Ricordiamo la TRIADE: IL BUDGET, L’IDEA, LA ZONA.

Dobbiamo sempre renderci conto che se effettivamente il passo è notevole, è altrettanto vero che non significa andare sulla Luna bensì è semplicemente eseguire un lavoro ed un programma esattamente come se lo facessimo in Italia. La differenza sta sicuramente nel cambio di lingua, sicuramente nel cambio di regole, molto più semplici, sicuramente nel cambio di mercato che è estremamente più potente e ricco. Ma di fatto significa semplicemente avere una idea imprenditoriale legata alle nostre tradizioni, mettendo in pratica quello che comunque faremmo qui con la differenza che se in Italia saremmo uno dei milioni, in America saremmo pochi e con poca concorrenza, nonché con una clientela che ci vuole scoprire a differenza di quella del nostro paese. Le domande che vi dovrete porre quindi sono le seguenti:

Voglio un mercato ricco e dinamico?

Voglio avere poca concorrenza?

Voglio avere una clientela che mi cerca perché sono italiano?

Voglio pagare poche tasse rispetto all’Italia?

Voglio regole semplici ma certe?

Voglio un ambiente lavorativo dove lo Stato mi aiuta a crescere?

Voglio avere facilità di crescita?

Voglio avere regole molto più semplici e meno dispendiose nella gestione dei dipendenti?

Voglio lavorare in un posto dove la possibilità di spesa sia molto alta?

Voglio lavorare in un paese dove le persone mangiano fuori sei giorni su sette pranzo colazione e cena?

Voglio lavorare in un paese dove non perdere tempo nella burocrazia fiscale e spendere meno avendo il tempo di seguire il mio business?

Voglio vivere in un paese di imprenditori?

Ecco queste sono le domande principali sulle quali si deve riflettere in maniera molto approfondita.

Perché è proprio questo che troverete negli Stati Uniti d’America e quindi perché consumare le proprie risorse dove si vive e si ragiona nel modo esattamente contrario? Ciò che manca in Italia, purtroppo, è il margine che dovrebbe avere ogni piccola azienda per poter crescere. Questo vuole dire che se lavoriamo bene e siamo fortunati tireremo fuori uno stipendio appena decente rispetto alla mole di lavoro che dovremo fare, e quasi certamente non avremo nessuna quota da reinvestire per fare crescere il nostro business. Anzi qualora la avessimo perché siamo eccezionali nel nostro lavoro, la sfrutteremmo per poi arrivare ad avere uno stipendio solo leggermente migliore a fronte di ancor più tasse, più dipendenti con costo del lavoro assurdo ed una mole di lavoro doppia. Insomma un mal di testa terribile. Fatti quindi i nostri pensieri e le nostre domande affrontiamo la nostra triade.

BUDGET


Risulta ovvio che per fare un’impresa ci vogliano dei soldi, come in ogni paese, e quindi stabilire il BUDGET massimo che potremmo mettere in campo diventa vitale. Come sappiamo il Visto E2 da imprenditori non ha un minimo di investimento scritto, ma si considerano validi ed accettati con una certa tranquillità degli investimenti da 100.000 $ in su e questo decretato dalla maggior parte degli avvocati immigrazionisti. Possono essere solo personali ma anche insieme ad altri soci, devono provenire da un conto italiano o europeo e devono essere tracciati dal nostro conto al conto business che apriremo a nome della nostra società americana. L’entità della cifra potrebbe influire sul numero dei visti se ad esempio volessimo portare con noi un lavoratore specializzato, per cui più riusciremo ad investire meglio sarà, ovviamente. Nel computo totale del capitale, dovremo considerare che è considerato investimento l’acquisto di un’attività o la preparazione di essa da zero, è considerato investimento tutto ciò che riguarda le spese legali e tutte le spese annesse all’attività, ad esempio un mezzo di trasporto utile, le spese e le tasse sui visti e via così. Possiamo anche considerare investimento una percentuale di margine operativo che potremo tenere sul conto per poter iniziare l’attività stessa. Le percentuali di questo margine variano secondo l’entità della cifra totale, ossia più basso sarà l’investimento e più bassa sarà la quota di margine operativo che potremo conservare. Esempio se abbiamo un capitale di 150.000 $ in linea generale potremo avere una quota di capitale liquido da tenere sul conto che sarà attorno al 15/20% del totale. Alzando il capitale, la suddetta quota potrà crescere ovviamente. Questo perché i canoni di questo visto sono legati al fatto che i soldi vanno spesi tutti o quasi, mantenendo appunto questo margine, prima di fare la richiesta di visto tramite il nostro avvocato di Immigrazione. In pratica dobbiamo dimostrare di essere imprenditori che mettono i propri capitali a rischio, come in ogni altro paese. Questo è sempre il primo punto da stabilire, perché proprio partendo da questo possiamo implementare i successivi punti, che possono essere collegati in parte al BUDGET. Infatti proporzionalmente ad esso ci saranno zone dove la possibilità economica di esso avrà minore o maggiore valore a seconda di dove investiremo in ragione dei costi della zona stessa. Per fare un esempio pratico, a parità di attività da rilevare ad esempio avremo costi ben differenti tra New York ad esempio e Las Vegas, e cosi via, calcolando anche i costi di vita, gli affitti, eccetera.

Bene, abbiamo stabilito il BUDGET. Ora è tempo di capire cosa vogliamo fare e che tipo di business che vogliamo sviluppare.

L’IDEA

 Qui si entra profondamente nel personale, perché ogni persona ha esperienze differenti e potrebbe decidere di sviluppare un business legato a ciò che fa in Italia cosi come di specializzarsi in qualcosa di diverso ed entrare in una altro settore. Questo, vi assicuro, succede molto spesso, molto più spesso di ciò che si pensi. L’italiano ha la fortuna di vivere determinate cose, come la cucina, in maniera abbastanza normale e quotidiana, cosa che ad esempio in Usa non esiste. È facile che chiunque o quasi sia in grado di maneggiare il cibo con facilità, che possa gestire una caffetteria, che possa fare gelati o pasta fresca. E spesso succede che con qualche corso professionale si possa avere tra le mani un lavoro che se in Italia sarebbe nella norma, in America potrebbe diventare vincente. Molto spesso si sente dire dalla gente che piacerebbe molto aprire una trattoria o un ristorantino negli Stati Uniti. Beh indubbiamente è una buona idea ma diventare ristoratori non è cosi semplice. Nel caso dei ristoranti sarebbe decisamente meglio che questo tipo di business sia sviluppato da professionisti che nella ristorazione ci stanno già, anche se ci sono dei casi naturalmente che si sono inventati ed hanno avuto successo. Non è semplice gestire un ristorante, è costoso, ci vuole uno chef, una brigata di cucina, camerieri e tutto il resto. Proprio per questo si sta sviluppando fortemente un mercato, sempre nel food, che gira attorno alla ristorazione classica, ne fa parte ma non funziona come essa. Tutte le attività che riguardano gelateria, bar e caffetterie, pasta fresca venduta e standardizzata nella produzione ed organizzata se vogliamo come un fast food, i catering ed i servizi a terzi ristoratori compresi, è una delle tendenze di maggior successo degli ultimi tempi. Chiunque può facilmente ottenere le conoscenze produttive, i menu sono semplici, le spese minori, possono essere eseguite anche su unità mobili come i trucks, hanno alta marginalità e semplicità di esecuzione. Teniamo presente che molto spesso se facciamo un buon prodotto accadrà che altri soggetti ve lo chiedano, ad esempio i ristoratori stessi, i market, i catering anche aziendali eccetera. Lo sviluppo potrà essere non solo legato al nostro punto vendita ma anche a terzi, quindi i volumi si moltiplicano. Inoltre avere una produzione di un prodotto facilmente replicabile perché standardizzato ci permetterà di dare omogeneità di qualità ad esso e di poter quindi clonare lo stesso servizio oltre al nostro primo punto vendita. Se la clientela è soddisfatta e lega questo prodotto al vostro marchio, crescere sarà molto semplice perché tutti sapranno che dove esiste il vostro marchio troverà quel prodotto, ed il prodotto sarà uguale in ogni punto di distribuzione che voi avrete. Questo è il concetto di catena che negli Stati uniti è essenziale.

A questo proposito per chi ne avesse necessità sono in grado di aiutarvi nella scelta ed indirizzo dei corsi in Italia riguardanti questi campi, per essere preparati in maniera veloce e professionale, e con la possibilità di avvalervi di professionisti che vi possono seguire nella vostra start up anche in loco. Se avete necessità contattatemi.

Stabilita l’idea che vogliamo percorrere possiamo organizzarci per imparare quello che serve e diventare professionisti, inventare il nostro “CONCEPT” da proporre in Usa ed iniziare a pensare al terzo ramo della TRIADE, la zona.

ZONA

Ottimo, abbiamo i soldi e l’idea imprenditoriale, quindi un bel passo avanti nel nostro progetto. Resta il dove andare a sviluppare la nostra idea. Abbiamo le armi quindi, ora dobbiamo capire quale sia il bersaglio migliore per usarle al meglio. Probabilmente questo terzo punto della triade magica è il più complicato da affrontare, perché se da un lato è splendido avere un campo di battaglia enorme, quasi infinito, davanti, dall’altro  dobbiamo focalizzare in maniera estremamente precisa quale puntino dovremo disegnare sulla mappa. Normalmente si hanno delle idee preformate, dettate un po’ dal fatto che magari si è viaggiato in Usa, si sono visti posti belli o meno belli, oppure dettati dal nostro immaginario, dai film, dalle serie tv, dai documentari e via dicendo. Beh come già spiegato in parte, dobbiamo considerare un 80% di ragionamento legato esclusivamente al business, ed un 20% legato al fattore umano ed alla nostra sensibilità. Sappiamo che ci sono luoghi molto rinomati e spesso nell’immaginario i tutti che probabilmente sono gli ultimi da scegliere, New York su tutti, per i costi, la competitività, il ritmo di lavoro, la concorrenza e tanto altro. Normalmente sono i costi la parte più ostativa del tutto. Qui entra in gioco un po’ l’esperienza che una persona ha avuto, un po’ all’organizzazione che ci diamo nel cominciare a fare delle analisi globali, un po’ dall’istinto, un po’ magari anche dalle conoscenze di amici che si potrebbero avere in determinati posti, un po’ anche i consigli di chi ha già percorso questa strada. Tendenzialmente le coste ed il sud degli Usa hanno molti luoghi dove si potrebbe andare con successo, molto meno nel Midwest o in zone troppo rurali od isolate, normalmente più chiuse alle novità e con mercati molto differenti. Bisogna cercare di levarsi dalla mente di voler per forza andare nelle grosse città per forza, perché se questo è ovviamente possibilissimo ed anche utile, molto spesso in realtà magari vicine possiamo trovare maggior tranquillità, clientela più affezionata, costi inferiori, comunità più serene e probabilmente anche alti redditi. Inoltre la vita delle cittadine più piccole è spesso molto comunitaria ed avere una novità è spesso vincente. Questo non esclude a priori la grande città naturalmente, la quale può avere delle zone come quest’ultime all’interno di essa. Insomma va valutato un po’ tutto. Per questo si possono commissionare facilmente anche indagini di mercato mirate a capire ogni particolare. Consiglio di focalizzarsi su differenti zone, studiare le città, i loro costi (in altri articoli ho indicato siti che elencano molti parametri precisi, dalla criminalità al costo della casa), metterle a confronto, studiare i profili economici dello stato, verificare il tipo di spesa pro capite e la qualità della vita, le scuole per chi ne avesse bisogno, e tutti i parametri utili a comprendere.
Eseguire delle ricerche di attività nelle varie locations con i motori di ricerca che troverete negli articoli precedenti, analizzare le attività in vendita contattando i Realtor Estate che troverete indicati, studiare i costi degli affitti business e casa per zona, e per zona nella città e cosi via, traendo dei quadri molto precisi di esse. Indagate sempre sui siti governativi dello Stato e della Contea che vi interessa, e lì troverete parecchie notizie utili di ogni tipo. Contattate la SBA ( Small Business Administration) che vi aiuterà a comprendere moltissime cose e vi potrà supportare nel vostro lavoro. Non esitate a chiedere agli organi governativi ad ogni livello informazioni, documentazione e tutto ciò che vi potrà servire. Se avrete la possibilità di viaggiare potrete andare in zona e valutare tutto anche direttamente, e consiglio di starci un po’, non due giorni di corsa. Spesso si riesce a fare il percorso anche da lontano, fino addirittura ad acquistare l’attività stessa. Quindi a questo punto dovremmo avere inquadrato anche il terzo punto in maniera precisa ed efficiente. Il supporto che vi possiamo dare riguarda ogni tipo di cosa e di argomento e potremo guidarvi nelle scelte nel miglior modo possibile, con alte professionalità e persone di qualità.

Nei prossimi articoli cercheremo di focalizzarci su alcuni Stati e città abbastanza classici e spesso molto desiderati dagli imprenditori, e vedremo di dare un profilo abbastanza preciso dei pro e contro.

Di seguito i link dei miei canali, ai quali vi chiedo di iscrivervi per essere sempre informati al meglio. Potete contattarmi come volete.

A presto.

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Sono un imprenditore specializzato nel mercato Usa e nelle dinamiche che regolano il trasferimento e gli investimenti negli Stati Uniti.

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